Lettera del Presidente
E’ tempo “di fare un bilancio”, bisogna “predisporre un bilancio”, sono frasi ricorrenti, nella prassi lavorativa e non solo, che possono ben rappresentare l’orgoglio di raccontare una storia, magari di successo, ma anche comunicare talvolta la monotonia di avere uno sguardo rivolto prevalentemente al passato.
Non che il passato non sia importante, al contrario: con il suo carico di errori, contraddizioni, risultati e fatti, costituisce una fonte di apprendimento inesauribile, qualora si abbia la capacità e l’intenzione di cercare qualche risposta nelle esperienze maturate.
Il Bilancio di sostenibilità -che Yamamay porta con questo alla sua quarta edizione- possiede invece una caratteristica unica, affascinante, che dona attualità e modernità a questo strumento: infatti, all’attività di rendicontazione ed analisi dell’esercizio concluso al 31 dicembre si aggiunge una dimensione fatta di pianificazione futura, di comunicazione degli obiettivi, di condivisione delle strategie e manifestazione di un indirizzo programmatico che possono costituire per l’organizzazione aziendale e per gli stakeholder un supporto prezioso per la comprensione dell’evoluzione dell’azienda nel quadro delle politiche ESG e degli obiettivi dell’Agenda 2030 combinati con la rivoluzione regolamentare in corso per l’industria del tessile-moda e del retail a livello europeo.
L’impressione che si ricava dalla lettura di questo corposo, avvincente, documento, è che Yamamay è parte attiva di questo processo di trasformazione in atto che vuole guidare l’industria tessile ad evolvere nel segno del capitalismo sostenibile, essendo portatore in prima persona di valori, orientamenti, azioni e impegni nel segno di una discontinuità basata su innovazione ed etica.
La chiave del cambiamento è rappresentata dall’eco-design ed il suo pilastro è dato da un profondo radicamento dei valori positivi del brand nell’azione quotidiana, che diventerebbe sterile se innovazione e attenzione alle persone non fossero praticate dalla leadership della nostra organizzazione in modo costante.
Per cambiare il mondo, bisogna essere rivoluzionari nelle piccole cose, avere il coraggio di mettere in discussione consuetudini ed abitudini e sciogliere ogni tensione che possa nascere dalla tentazione di porre l’ego al centro.
Solo il dialogo, l’intelligenza collettiva, la creatività possono aiutarci a consegnare ai nostri figli un mondo migliore dove il bene comune è il bene di tutti e dove lo “star bene” si può costruire anche partendo da ciò che si indossa.
Da aggiungere, inoltre, che in questo complicato periodo di “policrisi” e di trasformazione, le organizzazioni private non possono agire isolate: fare sistema, collegarsi in modo proattivo a tutti i livelli con le associazioni datoriali e con le istituzioni, contribuisce a creare pratiche virtuose e senso di comunità, perché l’esempio e l’apprendimento che derivano dal fare rete, rappresentano una risorsa la cui rinuncia non sarebbe sostenibile; colgo pertanto l’occasione per ringraziare tutti coloro che, nel sistema associativo, mettono a disposizione tempo, capacità ed energie in favore delle imprese come la nostra.
Un ulteriore, sentito, ringraziamento, da parte di Yamamay sento di rivolgerlo anche alle volontarie ed ai volontari che rendono possibile la meritoria attività di DIANA ODV Luisa Romano: con poche risorse e tanto impegno, queste valorose persone ci ricordano quanto sentimenti e determinazione possano lasciare un segno positivo in tante vite, senza distinzione di genere, età, condizione sociale o nazionalità.
In ultimo, vorrei chiudere questo mio intervento sottolineando come la produzione di valore, la crescita economica, l’equilibrio finanziario siano dimensioni che oggi più che mai devono appartenere alla cultura ed agli obiettivi di un’azienda che vuole essere sempre più responsabile e sostenibile.
Non ci può e non ci deve essere una dicotomia tra valori e capitali, tra profitto ed ambiente, tra etica e impegno: il bilancio di sostenibilità racconta anche questo, nei suoi punti di forza così come nelle aree dove è necessario agire per un miglioramento sostanziale. Si può diventare più sostenibili e lo si può fare tanto più velocemente e profondamente quanto maggiormente abbiamo la capacità di accogliere in noi il cambiamento.
È tempo, per tutti, di contribuire a fare la differenza, insieme.
Francesco Pinto
Presidente